Arresti all'interno di una società genovese e sequestro di beni dal valore di 200.000 euro

2' di lettura 04/08/2023 - I finanzieri del Comando Provinciale di Genova hanno eseguito due ordinanze di misura cautelare personale - di cui un arresto in carcere e l’altro domiciliare – nonché il sequestro di oltre 200.000 euro di denaro ed altri beni, ritenuti guadagno derivante da attività illecite poste di una società genovese operante nel settore del commercio degli autoveicoli.

L'attività investigativa, che dovrà essere confermata ed accolta dai Giudici nelle ulteriori fasi del procedimento penale, ha portato alla luce un sofisticato meccanismo di frode attraverso il quale un autosalone genovese, attraverso l'intromissione di società cartiere intestate a dei prestanome e situate in diverse zone d'Italia, è riuscita a commercializzare autovetture di provenienza estera, principalmente dalla Germania, a prezzi molto concorrenziali in evasione dell’IVA.

I Finanzieri del Nucleo Operativo Metropolitano di Genova hanno accertato che fin dagli inizi dell’anno 2020 veniva simulato l’acquisto diretto da parte dei clienti finali presso i rivenditori esteri senza alcuna intermediazione. Per ottenere l' immatricolazione da parte della Motorizzazione Civile, venivano utilizzati documenti contraffatti che attestavano il pagamento dell’I.V.A. dovuta, di fatto mai assolta.

A partire dal 2021, gli autori della frode, oltre a ricevere l'aiuto delle “cartiere” italiane, facevano figurare il transito dei veicoli, solo sulla carta, attraverso la Repubblica di San Marino dove veniva fatto risultare l’assolvimento dell’I.V.A.. L’immatricolazione italiana veniva, quindi, ottenuta attraverso la presentazione di documentazione attestante l’assolvimento dell’imposta.

Determinante, per creare un falso credito I.V.A. da utilizzare per rendere credibile il prezzo di vendita delle vetture importate e massimizzarne i profitti, è stato il ruolo delle cartiere italiane che hanno fatturato all’autosalone genovese le vetture provenienti dall’estero.

La attività investigativa, diretta dalla locale Procura della Repubblica, oltre ad aver assicurato alla giustizia gli autori del raggiro, la cui presunzione di innocenza e di non colpevolezza, resta ferma fino a sentenza definitiva e rappresenta anche un esempio di lotta all’evasione fiscale che costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli. Da qui l’importanza dell’azione “chirurgica” svolta dalla Guardia di Finanza contro gli evasori e i frodatori.

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di Redazione





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-08-2023 alle 11:14 sul giornale del 05 agosto 2023 - 18 letture

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